STINTINO, Parte lo studio sulle dune
29 set. - Si chiama «Caratterizzazione dell’apparato dunale della spiaggia della Pelosa nell’ambito della Gestione Integrata della zona costiera di Stintino» ed è lo studio che l’Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare (Icram) sta portando avanti per il Comune di Stintino.
La ricerca, divisa in quattro fasi, in questi giorni ha visto la conclusione del primo stadio che è servito a indicare le linee di intervento utili alla corretta gestione integrata della zona costiera. Lo studio è durato circa due anni ed è stato finanziato dal Comune con un investimento di 15 mila euro. Gli altri tre gradini di ricerca riguarderanno le correnti che provocano i movimenti della Pelosa, la granulosità della sabbia e le modalità per il recupero della sabbia che si è spostata.
Nella prima parte del progetto è stato analizzato lo stato ambientale del sistema duna-spiaggia relativo al tratto di litorale sabbioso-roccioso che, per circa 1 km, si estende tra “La Pelosa” e “L’Approdo”. È stato possibile individuare i principali meccanismi di degrado reale e potenziale della duna, sia ad opera della natura che dell’uomo. Per la salvaguardia della duna verranno realizzate opere di ingegneria ambientale (ad esempio, passerelle in legno per i perdoni) utili alla fruizione ecocompatibile della spiaggia, preservando la duna dall’erosione da calpestio.
La ricerca è stata anche finalizzata alla realizzazione di un durevole sviluppo turistico del sistema spiaggia-duna della Pelosa, considerando l’evidente differenza fra la capacità di carico ottimale per la spiaggia e la reale fruizione.
«L’osservazione realizzata dall’Icram – afferma il sindaco di Stintino Lorenzo Diana – può essere considerato un primo approccio al problema. Ma sarebbe necessario che a questo seguisse un intervento di salvaguardia dell’esistente oltre che di ripristino della situazione precedente».
«Si tratta di uno studio necessario, che abbiamo fortemente voluto – aggiunge l’assessore al Turismo Antonio Diana – che deve essere approfondito, soprattutto per la salvaguardia del patrimonio che La Pelosa rappresenta. Sarebbe importante, allora, che altri enti contribuissero a sostenere anche economicamente questo tipo di ricerche».(nm)
(admaioramedia.it)
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