REGIONE, Piano Sanitario, ecco come nascerà

La Sardegna è l’unica regione italiana priva del suo Piano Sanitario, atteso ormai da quasi vent’anni. I compiti di questo strumento di programmazione sono ben definiti, oltre che dalle legge 595/85, anche dalla legge regionale 5 del ’95. Il Piano “individua gli obbiettivi fondamentali di prevenzione, cura e riabilitazione del servizio sanitario regionale, nonché i criteri e gli indirizzi generali per la loro attuazione, in coerenza con l’entità delle risorse ad esso destinate e nel rispetto del Piano sanitario nazionale”. Secondo la legge regionale, il Piano contiene, tra gli altri, gli obbiettivi e le priorità di carattere generale, i risultati attesi nel periodo di vigenza del Piano, i criteri di organizzazione dei servizi e dei presidi, i livelli minimi di assistenza sanitaria garantiti su tutto il territorio regionale, i criteri generali concernenti il bacino di utenza, la localizzazione, gli standard strutturali e di personale dei distretti sanitari. Di competenza del Piano anche l’individuazione delle risorse e la loro ripartizione tra aziende Usl e aziende ospedaliere, nonché gli indirizzi generali per l’integrazione dei servizi sanitari e di quelli socio-assistenziali, gli indirizzi generali per la stipula di convenzioni con le organizzazioni di volontariato e quelli per la formazione. Il Piano Sanitario Regionale ha durata triennale ma può essere aggiornato annualmente. L’atto di adeguamento è presentato dalla Giunta al Consiglio entro il 30 settembre di ogni anno ed è approvato dall’aula. Il Piano Sanitario Regionale si articolerà in tre passaggi fondamentali. Il primo riguarderà un’analisi dei bisogni e lo stato attuale dell’offerta di servizi sanitari. Il secondo affronterà in maniera specifica i principi guida e i criteri che guideranno la redazione del Piano. Il terzo capitolo spiegherà quali obiettivi si vogliono raggiungere, e in maniera più specifica: gli obiettivi di sistema, i traguardi di efficacia e i relativi parametri di obiettivo, e gli strumenti da mettere in campo per ottenere i risultati prefissati. Per la predisposizione della proposta di Piano, l’assessorato si avvale della consulenza tecnica della Conferenza Permanente per la Programmazione Sanitaria e Sociosanitaria Regionale. La Conferenza, presieduta dall’assessore alla Sanità, è composta dai Presidenti delle Province, dai rappresentanti di sindaci designati dalle conferenze delle Aziende Usl, da tre rappresentanti delle formazioni sociali private senza scopo di lucro impegnate nel campo dell’assistenza sociale e sanitaria, da due rappresentanti delle organizzazioni sindacali degli operatori sanitari pubblici e privati, e da due rappresentanti delle strutture private accreditate dal Servizio sanitario nazionale. Gli Uffici dell’assessorato si impegnano a produrre, affinché si possa avere uno scenario di riferimento più puntuale: una relazione riguardante lo status quo (relativamente ai dati di cui si dispone) con riferimento a Prevenzione, Distretti e Presidi Ospedalieri; il quadro di tutta la normativa in vigore in materia sanitaria con l’indicazione delle norme che risultino “superate” dalla più recente normativa nazionale e regionale, di quelle che è possibile “conservare” in quanto compatibili con gli obiettivi del Piano Sanitario Regionale; il quadro della normativa regionale più significativa e recente in vigore presso le altre realtà regionali. Dopo gli incontri territoriali, la bozza del Piano verrà presentata dall’assessorato alla Giunta entro la fine dell’anno. Dopodichè si avvierà una consultazione più formale attraverso la convocazione di appositi “tavoli” nei quali sarà illustrata la bozza stessa, per acquisire il parere di tutti i ”soggetti” del Servizio Sanitario Regionale. Dopo il passaggio in Commissione Sanità, il Piano sarà esaminato dal Consiglio, che provvederà ad approvarlo. (admaioramedia.it)