AMBIENTE, “L’uranio impoverito usato nella basi sarde”

21 ott. - L’uranio impoverito è usato anche nelle basi militari dell’Isola con effetti nocivi visibili nelle zone protette dall’autorità militare. I dati, seppur parziali ed incompleti, “perché superare i vincoli, i limiti, lo stretto riserbo dei comandi militari è quasi impossibile”, mostrano una preoccupante realtà. Lo denuncia la commissione Sanità del Consiglio regionale che ha avviato, con la prima audizione, la sua indagine conoscitiva sulla presenza, l’uso, i danni che l’uranio impoverito provoca. “Durerà cinque o sei mesi - ha dichiarato il presidente Masia, aprendo i lavori – per predisporre i provvedimenti necessari per garantire la salvaguardia delle popolazioni e dei territori vicini alle basi”. I primi dati sono stati forniti dai responsabili nazionale e regionale dell’Unac che ha stilato un voluminoso dossier da ricerche, dati, inchieste e testimonianze, che è stato anche trasmesso ad altri enti. Ma senza riscontri. “L’uranio impoverito continua ad essere utilizzato, senza le opportune precauzioni a differenza degli altri eserciti” ricorda la Commissione che aggiunge come oramai da dieci anni sia presente in quasi tutti i proiettili usati nei vari poligoni isolani. Se i dati ufficiali dei comandi militari, parlano di valori nella norma le realtà, denuncia la Commissione, è ben diversa: “A Escalaplano, ad esempio, quasi contemporaneamente, sono nati bambini con gravi malformazioni, si sono registrati pericolosi incrementi delle malattie tumorali, gli animali che pascolano ai margini della base o, in alcuni casi, dentro la base, fanno registrare preoccupanti morie e nessuno vuole la carne ed il latte di quelle bestie”. Qualcuno parla di forme tumorali causate dalla vicina miniera, altri di uranio impoverito. La Commissione, che nelle prossime settimane prenderà contato con i vertici militari e con i laboratori di ricerca, metterà a punto un programma di visite ed audizioni. “Esamineremo tutto con grande attenzione, poi elaboreremo le nostre proposte, che potrebbero anche portare ad un nuovo confronto, ad un nuovo e diverso accordo con lo Stato, anche in tema di basi e servitù militari”. (nm) (admaioramedia.it)