INCHIESTA QUIRRA, Esperti trovano uranio in agnellino deforme

12 aprile 2011 - Uranio “non riconducibile a quello naturale. E' la conclusione cui è giunto Massimo Zucchetti, docente di impianti nucleari al Politecnico di Torino, consulente del Pubblico Ministero di Lanusei Domenico Fiordalisi, il magistrato che conduce l'inchiesta sulla presunta correlazione fra i test bellici compiuti nel del Poligono sperimentale Interforze del Salto di Quirra, nel sud-est della Sardegna, e l'alta percentuale di tumori registrata nella zona. L'uranio è stato ritrovato all'interno delle ossa di un agnello nato con due teste in un ovile di Escalaplano, in una zona vicinissima alla base militare. Sarebbe la prova che nel Poligono sarebbe stato utilizzato munizionamento all'uranio impoverito, una circostanza confermata agli inquirenti anche da Giampaolo Carrusci, ex ufficiale che avrebbe riferito delle sperimentazioni di alcuni missili tedeschi con testate proprio all'uranio impoverito che si sono svolte a Quirra nel 1989. Uno dei missili utilizzati sarebbe addirittura disperso in mare non lontano dalla costa di Villaputzu. Le analisi compiute da Zucchetti hanno confermato la presenza di undici isotopi radioattivi nell'agnello esaminato, elementi non riscontrabili in natura. Si tratterebbe invece di scarti radioattivi di centrali nucleari utilizzati per realizzare proiettili utilizzati dalle forze Nato nei Balcani, Afghanistan, Iraq e Somalia. Nelle settimane scorse il procuratore Fiordalisi, ha disposto la riesumazione dei corpi di 18 pastori che lavoravano nella zona del Poligono, morti di leucemia. Nei prossimi giorni inizieranno le analisi sulle salme. I reperti saranno analizzati da Evandro Lodi Rizzini, fisico del Cern di Ginevra. (sabina sestu) (admaioramedia.it)