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TURISMO
MUSICA, Profilo del maestro di launeddas Orlando Mascia
25 lug. - La pagina più bella della sua carriera, Orlando Mascia maestro di launeddas di Maracalagonis, l'ha sicuramente vissuta incontrando e suonando per papa Giovanni Paolo secondo. Era il 2003. Quella di Mascia fu una esibizione in mondovisione con La Premiata Forneria Marconi e i tenores di Neoneli, in occasione dell’incontro con i giovani di tutto il mondo. «Una sensazione particolare-ricorda Mascia. Una giornata ed un incontro col pontefice che non potrò mai dimenticare». Eppure il maestro di concerti ne ha fatti tanti. In Argentina, Brasile, California, Canada, Giappone, Australia, Florida, Perù. Ma pure in Algeria, Marocco, Inghilterra, Scozia, Irlanda, Finlandia, Francia, Portogallo, Spagna, Germania, Danimarca, Olanda, Belgio, Polonia, Lussemburgo, Svizzera, Austria, Slovenia, collaborando anche con artisti di fama: Elio e le Storie Tese, Francesco Guccini, Francesco Baccini, Mauro Pagani. Ma quel giorno col il Papa fu davvero memorabile.
«Un altro grande incontro l'ho vissuto con gli emigrati sardi a Lima-racconta Mascia. Con Paolo Zicca, componente del gruppo Furias assime a Bruno Camedda, ci siamo esibiti nel teatro della grande città delle Ande: indimenticabile i brani come "A diosa" e "Deus ti salvet Maria». Momenti struggenti per i nostri emigrati lontani».
Orlando Mascia ha iniziato la sua carriera entrando a 12 anni a far parte del gruppo folk “Kalagonis”. qui, all'ombra del grande maestro del folk Vincenzo Atzeri, l'artista di Maracalagonis iniziò ad acquisire dal fratello maggiore Graziano la tecnica per suonare e costruire “Su Sulittu”. Contemporaneamente, dopo solo qualche lezione, apprendeva il ballo sardo a chitarra eseguito con la tecnica del pizzicato da uno degli ultimi suonatori che lo esercitava, Giuseppe Esciana. «A 13 anni- ricorda Orlado Mascia- sono rimasto affascinato dalle launeddas di Pietrino Murtas, Luigi Lai e Aurelio Porcu che spesso accompagnavano il gruppo Kalagonis. Rimasi affascinato dalle magiche e misteriose note che fuoriuscivano dall’antico strumento. Un'esperienza bellissima. Ora suono e insegno a suonare». (ls) (admaioramedia.it)
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