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COPERTINA
CAGLIARI, Commissione Diritti civili visita Buoncammino
11 dic. - “Il carcere di Buoncammino è inadeguato ad ospitare una popolazione carceraria così numerosa.”. Questo il giudizio della Commissione diritti civili della Regione che ha recentemente visitato l’istituto penitenziario cagliaritano.
“Una struttura vecchia e con un organico sottodimensionato, che impedisce qualunque iniziativa di recupero e di formazione culturale e professionale”. Lo hanno ribadito i componenti della Seconda commissione presieduta da Paolo Pisu che ha anche incontrato gli operatori del carcere.
Gli unici progetti che è stato possibile realizzare in questi ultimi anni sono una nuova infermeria, un reparto medico ed un campo di calcetto.
“I dati sono estremamente preoccupanti”, ha commentato Pisu al termine della visita, sintetizzando il pensiero degli altri consiglieri: “Quasi 370 detenuti, una ventina donne; più di 60 tossicodipendenti; 37 sieropositivi; 198 malati di epatite; 87 hanno problemi psichiatrici, 11 sono depressi, 2 dementi”. L’equipe medica garantisce cure appropriate ma la struttura carceraria impedisce qualunque programma di recupero. C’è poi il problema della separazione dei detenuti per lunghezza e tipologia di pena e della sistemazione nelle celle. “Prevenire è un rebus di difficile soluzione” prosegue la commissione.
I detenuti che tornano in libertà, fuori da queste mura non trovano accoglienza e dopo pochi giorni, al massimo poche settimane, ritornano “in questa che è diventata la loro casa”. Di circa 1500 ingressi, molti sono legati allo stesso detenuto che entra ed esce.
La Commissione, che proseguirà le visite anche nelle altre strutture dell’Isola, ha proposto alcune soluzioni: strutture adeguate e pulite con condizioni igienico-sanitarie degne del Duemila, nelle quali operare tenendo conto delle caratteristiche dei detenuti. Necessità di corsi di studio e formazione professionale e di un vero reinserimento nella vita sociale, ma anche di separazione dei vari tipi di detenuti.
Buoncammino necessita anche di sorveglianti in numero adeguato (almeno altri cento, secondo la Commissione).
“Il sistema carcerario sardo - ha concluso la Commisione - presenta gravi carenze. Lo Stato deve rimuovere gli ostacoli che impediscono un reale recupero dei detenuti”. In Sardegna si è investito poco e episodicamente. Molti detenuti arrivano dal continente alimentando tensioni e riducendo i già pochi spazi dei detenuti sardi.
L’ indagine conoscitiva porterà ad elaborare alcuni progetti che verranno portati all'attenzione dell'esecutivo regionale. (nm)
(admaioramedia.it)
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