COPERTINA

 INTERVISTA, Eugenio Murgioni (Fortza Paris): "Turismo, traino del Sarrabus-Gerrei"


4 dic. - Programmi a medio e lungo termine e sviluppo del turismo, il comparto che può fare traino a tutti i settori produttivi del Sarrabus-Gerrei.
E’ il pensiero di Eugenio Murgioni, consigliere regionale di Fortza Paris e sindaco di Castiadas.
“Il nostro – dice Murgioni – è un territorio che ha grossissime potenzialità che vanno sfruttate. La mancanza di programmazione in questi ultimi 20-30 anni, ha creato l’attuale situazione di grave disagio economico e sociale in cui attualmente versa il Sarrabus-Gerrei”.
Il Gerrei in particolare è il territorio che soffre di più…
Non c’è dubbio. Molte delle realtà economiche del territorio, ad esempio la Cantina Sociale di Villasalto e il caseificio di San Nicolò Gerrei sono andate incontro al fallimento e non certo per la qualità dei prodotti, sempre ottimi. La verità è che è mancata una seria strategia di un mercato. E se non si conosce il mercato odierno, così competitivo e globalizzato sono dolori.
Turismo e agrindustria: è da qui che bisogna partire?
Il turismo è fondamentale. Abbiamo un ambiente straordinario e molto vario che va utilizzato al meglio senza distruggerlo. Al turismo vanno collegati i comparti economici tradizionali del Sarrabus-Gerrei, l’agricoltura, l’artigianato, l’allevamento e la pesca, che non vivono un buon momento anche a causa di leggi di mercato sempre più selettive. Sono gli stessi cittadini che devono diventare protagonisti: per questo non mi stancherò mai di dire che va curato nei minimi particolari il marketing e la preparazione dei nostri giovani attraverso la formazione professionale.
Rispetto dell’ambiente e sviluppo turistico, due cose incompatibili?
Niente affatto, soprattutto se si considera che l’ambiente è la nostra vera ricchezza, la nostra risorsa per il futuro. Non solo abbiamo il dovere di non dimenticarlo ma anche il compito di trasmettere questo rispetto e questo amore per l’ambiente alle generazioni future. Perciò sono convinto che una legislazione ambientale che si rispetti non debba essere di tipo vincolistico, come quella approvata recentemente dal Consiglio Regionale. Con questo tipo di norme si rischia di avere quantità ma non qualità sugli interventi e di mettere in contrapposizione le esigenze di sviluppo delle zone interne con quelle costiere, Sarrabus contro Gerrei, per intenderci, e questo non lo dobbiamo permettere.
Quindi l’ambiente deve fornire delle ricadute economiche per il territorio…
Proprio così. Le infrastrutture turistiche devono essere di altissima qualità. A Castiadas, per esempio, per le nuove realizzazioni edilizie, abbiamo imposto l’utilizzo di materiali tradizionali sardi, la pietra e dalle tegole fatte come una volta, il legno per gli infissi e i colori che si integrino con l’ambiente circostante. Abbiamo privilegiato gli alberghi, sia grandi che medio piccoli, da un minimo di 90 ad un massimo di 280 posti letto e le strutture agrituristiche. Un modo per coinvolgere anche le famiglie del posto che potrebbero gestirli. Dobbiamo puntare su un turismo integrato mare- montagna. Il nostro territorio montano ricade all’interno del Parco Sette Fratelli, una risorsa che va adeguatamente promossa e sfruttata.
Servirebbe anche allungare la stagione turistica, è d’accordo?
Attualmente si lavora al massimo per tre mesi all’anno, si deve arrivare a dodici mesi, così come il nostro clima ci consentirebbe. Per fare ciò occorre una strategia complessiva con la quale si riesca ad organizzare la zona in modo tale da farla diventare un modello di sviluppo capace di offrire al mercato un territorio organizzato dove siano presenti tutte le sue risorse per dare risposte ad un consumatore sempre più esigenze e più colto. A Castiadas, per esempio, stiamo lavorando per predisporre cinque campi da golf che costituiranno un circuito golfistico ottimale e teniamo nella massima considerazione il turismo congressuale, in quanto le nuove strutture alberghiere e quelle attuali saranno dotate di attrezzate sale convegni. Il centro di talassoterapia. che sorgerà nella Marina di San Pietro, potrebbe avere un’utenza costituita da persone non più giovanissime che scelgono di dedicare la loro vacanza alla cura del corpo.
Questo nel Sarrabus, ma come aiutare il Gerrei?
Il Gerrei deve sfruttare le sue bellezze ambientali, i suoi siti archeologici in chiave turistica e valorizzare le sue tradizioni. In particolare, occorre puntare sugli agriturismo e sul turismo di tipo montano e venatorio che sono i più adatti anche per far conoscere i prodotti locali. Inoltre deve diventare un polo di raccolta, trasformazione e confezionamento dei prodotti dell’agricoltura e dell’allevamento di tutta la zona. Va rinnovato e rilanciato il caseificio di San Nicolò con un occhio attento ai mercati e avviato un centro all’avanguardia per la lavorazione delle carni. E’ importante anche dare un marchio di qualità ai prodotti locali, una cosa cui i consumatori sono molto attenti. Quella delle industrie di trasformazione è un’idea da diffondere su tutto il territorio: l’Agrumicola di Muravera va rilanciata, a Castiadas ci si sta specializzando nella produzione di vino ed olio, e anche il lavoro delle peschiere, e nella zona ce ne sono diverse, va migliorato e completato con un centro di raccolta, lavorazione e trasformazione del pescato. Villaputzu, con lo stagno di Sa Praia, potrebbe essere il centro ideale di questo ‘polo del pesce’. Per avere il massimo del tornaconto, occorre però pensare ad una struttura di distribuzione dei prodotti agroalimentari lavorati, che consentirebbe di colmare una lacuna che accomuna buona parte della produzione sarda. Le nostre merci devono essere presenti ogni giorno nei principali punti vendita, negli alberghi, nei ristoranti di tutta Europa.
Non c’è promozione turistica o di prodotti locali senza un adeguato sistema di trasporti…
Non sempre questo punto viene compreso. Da anni ci battiamo perché il Sarrabus-Gerrei abbia il suo aeroporto. Per la realizzazione dello scalo, che sorgerà a Maloccu, i finanziamenti ci sono e sono stati risolti i problemi relativi alla destinazione dell’area in cui sorgerà l’aerostazione e la pista. Si tratta di una struttura che ci permetterà di essere collegati con i principali scali italiani ed europei con effetti benefici non solo per quanto riguarda il turismo ma anche per il trasporto delle merci. I nostri prodotti potranno raggiungere in tempi ragionevoli tutta l’Europa.
I progetti di sviluppo, almeno in una parte del Sarrabus, si scontrano con le servitù militari…
La base militare di Capo San Lorenzo ha svolto la sua positiva funzione economica e sociale negli anni Sessanta e Settanta, dando possibilità di lavoro e formazione a tante persone. Ora però i tempi sono cambiati ed è veramente un peccato che il Sarrabus debba rinunciare ad una delle sue zone più belle come quella di Murtas. Sarebbe il caso di rivedere gli accordi attualmente in essere col Ministero della Difesa che dovrebbe consentire, almeno nel periodo estivo, l’utilizzo della spiaggia di Murtas con delle strutture mobili, un’opportunità per portare avanti delle iniziative imprenditoriali. (mg) (admaioramedia.it)


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