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COPERTINA
COSMIC, Passa anche da Cagliari l’esplorazione umana dello spazio
18 nov. 2009 – L’Agenzia spaziale italiana ha stanziato circa 500mila euro per il progetto annuale “Cosmic” – Combustion Synthesis under Microgravity Conditions – che sarà sviluppato in Italia, presso l’Università di Cagliari, con il coinvolgimento del Dipartimento di Ingegneria Chimica e Materiali, coordinato dal professor Giacomo Cao.
L’obiettivo del progetto sarà quello di consentire alle missioni spaziali con presenza umana di estrarre e utilizzare le risorse reperibili sul posto (Luna o Marte), come ossigeno e azoto, essenziali per la sopravvivenza umana, senza, così, doversi equipaggiare con scorte abbondanti a bordo. I partner coinvolti sono: il Dipartimento Energia e Trasporti del Cnr, il Centro di Ricerca, Sviluppo e Studi superiori in Sardegna (Crs4), l’Istituto tecnico Industriale “Enrico Fermi” di Cosenza, l’azienda sarda Corem Srl, Esplora Srl e SpaceLand Srl.
Si tratta del primo progetto italiano finanziato dall’Agenzia spaziale italiana nel settore dell’esplorazione spaziale umana, responsabile di programma è l’ingegnere Andrea Lorenzoni. «Un programma di valore internazionale – l’ha presentato il rettore dell’Università di Cagliari, Giovanni Melis – di sicuro successo per le professionalità in campo e ottimo per la crescita di docenti e ricercatori».
Nel 2030 l’Agenzia Spaziale Giapponese (Jaxa) prevede l’organizzazione di una missione sulla Luna mentre, nel 2050, la Nasa ipotizza la prima missione marziana. «Ma, per favorire queste nuove esplorazioni spaziali – ha spiegato Giacomo Cao – gli scienziati Usa sanno che bisogna necessariamente aver a che fare con due parole d’ordine: Isru (In Situ Resource Utilization), cioè utilizzo di risorse disponibili, e Isfr (In Situ Fabrication and Repair), cioè fabbricazione e riparazioni, su Luna e Marte».
«Noi del Cosmic riteniamo di avere la scienza necessaria per rispondere a queste parole d’ordine – ha affermato Cao – abbiamo già pronto un dossier con tutte le tecnologie necessarie per sfruttare le risorse di ambienti quali quello lunare o marziano. Saremo i primi a valerci della tecnologia che consentirà: di utilizzare l’azoto del suolo della Luna come risorsa e di estrarne ossigeno, di realizzare processi di saldatura in situazioni di gravità ridotta o di sterilizzare (con il riscaldamento ad oltre 600°C per 15”) i campioni prelevati su Marte». I risultati del progetto Cosmic non avranno, quindi, un carattere prettamente scientifico, ma anche tecnologico. Il professor Cao, però, come suo uso, vuole, prima di divulgarle, brevettare queste conoscenze «per avere un know-how proprietario gelosamente custodito». «D'altronde – ha sottolineato il docente – sappiamo che gli uomini Nasa attendono i risultati della nostra attività per sviluppare assieme i vari progetti».
Le tecnologie del Cosmic dovranno essere testate per 5/6 mesi prima a terra, poi con il volo parabolico dell’aereo che riproduce l’assenza di gravità, aereo che Cao vorrebbe decollasse e partisse da un aeroporto isolano, per rimarcare la sardità del progetto. «E perché non immaginare – si è chiesto il coordinatore del programma – che una tecnologia nostra, testata a Cagliari, non possa essere testata sulla Luna nel 2020 e in futuro anche su Marte?» (cp) (admaioramedia.it)
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