COPERTINA

 Tre seminari sui sistemi di Rintracciabilità nell'agroalimentare


Un sistema che permette di ricostruire la storia di un prodotto alimentare, individuando i diversi passaggi che ha subito e le imprese che hanno concorso alla sua produzione. Una garanzia soprattutto per il consumatore di oggi particolarmente attento alla qualità di ciò che consuma. La sicurezza alimentare può essere garantita dai sistemi di “Rintracciabilità” che dal primo gennaio del 2005, in base al Regolamento CE n. 178/02, dovranno essere rispettati obbligatoriamente dalle aziende di qualunque filiera agroalimentare: dall’azienda mangimistica al distributore di prodotti finiti. In sostanza, queste aziende dovranno adottare alcune misure in grado di identificare sia l’origine dei prodotti e le imprese fornitrici sia la destinazione della loro merci. Tutto questo attraverso un’opportuna identificazione ed etichettatura dei prodotti stessi. Di rintracciabilità si è parlato nel corso dell’ultima settimana nei di tre seminari “Rintracciabilità nell’agroalimentare”, organizzati dal Consorzio Uno di Oristano, in collaborazione con la facoltà di Agraria dell’Università di Sassari. Nei tre appuntamenti che si sono svolti a Terralba (sala consiliare del Comune), a Oristano (sede dell’Associazione degli Industriali) e Ghilarza (sala consiliare comunale), sono intervenuti in qualità di relatori Antonio Farris (Consorzio Uno), Emanuale Cabras, Marco Caredda, Antonia Crissantu (consulenti della ITEM, società di consulenza specializzata nel settore agroalimentare), Giovanni Chessa e Giuseppe Todini (degli enti di certificazione SGS e CSQA).
“La Rintracciabilità – ha detto Marco Caredda della Item – può rispondere alle esigenze di sicurezza alimentare del consumatore e può contemporaneamente divenire un modo di valorizzare le produzioni agroalimentari restituendo ad esse un’identità legata al territorio, al produttore, alle tecniche utilizzate, ai processi di trasformazione subiti prima di arrivare al consumo”. La Rintracciabilità, quindi, anche come valorizzazione delle produzioni locali, in un mercato sempre più globalizzato. Nel corso dei seminari si è parlato anche della possibilità di realizzare sistemi avanzati di rintracciabilità su base volontaria, che possono andare oltre gli adempimenti normativi. Sistemi che si possono attuare registrando un nucleo più ampio di informazioni, in grado di avere a disposizioni dati più precisi sul flusso delle merci e di risalire dal prodotto finito alle materie prime effettivamente impiegate.(admaioramedia.it)


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