24 feb. - BUGERRU, "Salvare il porto da sabbia e erosione"

Il Porto di Bugerru rischia di morire a causa di sabbia e erosione dei moli. A lamentare il problema, frutto anche di lungaggini burocratiche e delle leggi troppo restrittive, è il sindaco del comune minerario, accompagnato da una delegazione di consiglieri comunali e di pescatori, in audizione presso la commissione Agricoltura ed Ambiente del Consiglio regionale.
Giovanni Degortes ha illustrato una situazione: i soldi per gli interventi immeditati ci sono, ma progetti ed appalti non possono essere realizzati perché le sabbie estratte dal fondo del mare, considerate rifiuti speciali, non si sa dove possono essere smaltite. Il porto resta inagibile ed i pescatori vanno ad ancorarsi a Carloforte o a Sant’Antioco.
Tra l’altro, il problema dell’insabbiamento, come per molti altri scali della costa occidentale e sud occidentale, è di difficile soluzione per via delle maree.
Nessun nuovo porto, secondo amministratori comunali, pescatori e consiglieri regionali, ma necessità di un correttivo “rinforzando magari il molo esistente e costruendone un altro, questa volta nella direzione giusta, in modo da bloccare l’apporto di sabbia dovuto al moto dal mare con una piccola draga”.
Gli amministratori chiedono una strada di circonvallazione, un nuovo collegamento tra la statale ed il porto, ma anche qui ci sono vincoli “ambientali” e solo la Regione, afferma la Commissione, può concedere deroghe o sancire la competenza delle opere lungo le coste.
La Commissione si recherà a Bugerru, anche per rendersi conto della realtà di quella zona. Le strutture ora esistenti hanno poco più di vent’anni di vita e sono costate tra i trenta ed i quaranta miliardi. “Una somma notevole, che non si può buttare via, anche perché, intervenendo tempestivamente, le opere pubbliche possono durare molto a lungo ed essere sempre estremamente efficienti”. (nm)
(admaioramedia.it)