12 dic. – REGIONE, I Sindacati contrari all’abolizione del Crel

“Quel che stupisce non è certamente il fatto in sé, ma gli argomenti e le modalità, la tronfia approssimazione con cui si è voluta annullare la partecipazione alle scelte dei diversi soggetti sociali.” E’ il commento delle segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil all’abolizione del Crel (Centro regionale dell’economia e del lavoro), approvata dal Consiglio regionale.

“ Ci preoccupa molto la pretesa di autosufficienza delle forze politiche, l’idea che si possa rinchiudere dentro il Palazzo, in modo autoreferenziale, ogni orientamento e decisione – si legge in un comunicato congiunto dei Sindacati - Perché nonostante il confronto aperto per definire una nuova configurazione del dialogo tra istituzioni e forze sociali, apprendiamo purtroppo dalla relazione che accompagna la legge approvata, e dalla discussione consiliare (persino dalle parole dell’assessore Demuro, che non esita a definire il provvedimento come un “atto di coraggio”), che “i Consiglieri hanno altri strumenti per approfondire tematiche sociali ed economiche”: il riferimento è alle Commissioni, quella sede quindi nella quale gli stessi consiglieri non hanno ritenuto di dover sentire in audizione i soggetti sociali direttamente coinvolti dalla soppressione del Crel. Che poi non è un dramma, ma se è vero che la democrazia non si esaurisce il giorno delle elezioni, ieri il Consiglio ne ha abolito uno piccolo tassello.”

“Avevamo già evidenziato che, nonostante continue sollecitazioni, né Giunta, né Consiglio, né Commissioni, né gruppi consiliari avessero mai voluto, negli anni, avvalersi dell’organismo e delle sue prerogative – prosegue - Malgrado ciò, il Crel ha svolto di propria iniziativa la sua attività di studio, ricerca, approfondimento e proposta, sostanziata anche dal coinvolgimento di rappresentanti del mondo scientifico e accademico, di esperti e stakeholders nelle diverse tematiche affrontate. Un’attività interessante, disponibile solo in parte nel sito istituzionale della Regione ma ampiamente documentata dalla trasmissione puntuale agli uffici di presidenza della Giunta, agli assessori, ai gruppi consiliari, a tutti gli enti locali della Sardegna.”
“Infine – si conclude la nota sindacale - reiteriamo all’assessore Demuro, alla Giunta e all’intero Consiglio regionale la disponibilità a ragionare su altri strumenti che garantiscano la partecipazione democratica e il confronto sociale. Ricordiamo anche che i 27 componenti del Crel, che rappresentano centinaia di migliaia di cittadini e decine di migliaia di imprese di tutti i settori, sono complessivamente costati in un anno meno della metà di un singolo consigliere regionale, anche quando viene nominato con una legge elettorale che offre uno scranno a chi prende mille voti e lo nega a chi ne ha preso decine di migliaia. Se poi si crede di poter riguadagnare consensi elettorali in fuga disconoscendo il ruolo del parternariato sociale che l’Europa mette in primo piano, si sbaglia, perché questo contribuisce ad allontanare ancora di più la politica dai cittadini.” (red) (admaioramedia.it)