16 set. – CONFINDUSTRIA, «Preoccupazione per la manovra economica»

«Guardiamo con particolare preoccupazione la manovra appena varata e ai tagli previsti per le Regioni ed Enti Locali, che, in assenza di misure per lo sviluppo, non faranno altro che determinare problemi per le imprese sarde, già stremate dalla crisi – sostiene Confindustria Sardegna – Le ultime tre manovre hanno infatti previsto risparmi a carico delle amministrazioni locali per 14,5 miliardi euro per il 2012, di questi 6,1 a carico delle regioni a statuto ordinario, 3 su quelle a statuto speciale, 1,2 a carico delle province e 4,2 dei comuni al di sopra dei 5.000 abitanti. Il tutto in un quadro che ha visto contrarsi le spese delle regioni nel triennio 2007-2010 (dati Istat) complessivamente del 2,2% a fronte un incremento, nello stesso periodo, delle spese delle ASL (Sanità) del 3,9% e degli Enti di Previdenza del 4,3%. Le previsioni elaborate dagli uffici del Senato parlano di un -2,5% delle spese totali delle regioni nel 2012, destinate però a crescere nel biennio 2013-2014 aseguito dell’impatto della spesa sanitaria».
Oggi Confindustria ha stimato che l’impatto della manovra deprimerà la flebile crescita del nostro Paese che per l’anno in corso dovrebbe essere dello 0,7% ma per il 2012 è stata calcolata in deciso calo con un +0,3% del PIL.
«Siamo davanti ad una manovra che, come detto dalla Marcegaglia, si traduce in nuove tasse, non affronta i veri nodi della spesa che sono sanità e previdenza, e finisce con il non poter intervenire a sostegno dello sviluppo» conferma il Presidente Massimo Putzu. «Per la Sardegna questo scenario è ulteriormente aggravato dal mancato riconoscimento delle maggiori entrate secondo quanto previsto dall’art.8 dello Statuto – ha proseguito Putzu – e dai ritardi e dal ridimensionamento delle risorse FAS regionali che, lo ricordo, avrebbero dovuto compensare la nostra Regione per i minori trasferimenti comunitari derivanti dalla nostra uscita dall’Obiettivo». «Purtroppo è un film già visto – ha precisato il Presidente degli Industriali sardi – ieri l’Italia ha rinunciato a sostenere l’insularità della Sardegna per la programmazione 2007-2013 perché avrebbe comportato un aumento dei contributi che il nostro Paese versa all’Europa. E’ nata così la decisione di compensare con i FAS regionali la nostra Regione. Sappiamo come è andata a finire: meno risorse comunitarie e nessuna compensazione (almeno finora). Adesso siamo punto e a capo: all’Italia non conviene sostenere l’Obiettivo intermedio che complessivamente interesserebbe in Europa 51 regioni e circa 72 milioni di abitanti, ma solo 4 di questi appartenenti all’Italia. Ci aspettiamo nuove promesse “scritte sull’acqua”». «Credo che sia quanto mai urgente e necessaria una riflessione – conclude Putzu – che non può e non deve essere limitata alle stanze della politica, mettendo tutte le carte sul tavolo in maniera chiara, perché la Sardegna rischia seriamente di affondare e noi siamo estremamente preoccupati». (stefano cariello) (admaioramedia.it)