11 lug. – CAGLIARI, Rapporto Confartigianato: imprese locali in crisi

Sono tutt’altro che confortanti i dati emersi dall’ultimo rapporto di Confartigianato, “L’indice della qualità della vita dell’Impresa 2011”, presentato questa mattina a Cagliari.
I risultati relativi alle otto province sarde mettono in luce il profondo disagio dell’economia dell’isola. “Sono dati che purtroppo non meravigliano, visto il pullulare di manifestazioni e atti volti ad attirare l’attenzione sullo stato di crisi sardo in generale”, ammette il Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Luca Murgianu, sottolineando come il contesto sardo non sia favorevole all’impresa. Da un paragone con il contesto nazionale, solo il capitolo relativo alla pressione fiscale risulta più favorevole. Il sistema tributario pesa in misura minore sulle imprese sarde anche se, con l’attivazione del federalismo fiscale, nuovi aumenti tributari sono in arrivo. Le principali criticità riguardano la limitata dimensione delle imprese e l’alto tasso di disoccupazione giovanile. Il sistema imprenditoriale sardo è composto per il 95,5% da aziende che hanno meno di dieci addetti. Il tessuto artigiano, con una dimensione media di 2,6 addetti per impresa, rappresenta solo il 24% dell’intero sistema imprenditoriale dell’isola. Esiguo anche il numero delle ditte che nascono quotidianamente in Sardegna: solamente 10.
Se la consistenza numerica delle microimprese sarde si avvicina alla media italiana, l’indice della disoccupazione giovanile sarda è particolarmente allarmante: il 38% dei giovani tra i 15 e 24 anni sono disoccupati, ben dieci punti in più rispetto alla media nazionale; il 28% non lavora, né studia; mentre il 23,9% abbandona prematuramente gli studi. A destare preoccupazione sono anche l’incidenza del lavoro irregolare (15%), la carenza di infrastrutture e servizi pubblici locali, la lentezza dell’apparato burocratico e giudiziario.
Tutti i dati sono consultabili sul sito www.sardegna.confartigianato.it. (giulia dessì) (admaioramedia.it)