16 giu. – CAGLIARI, Indagine della Finanza affonda “Atlantis”

Le Fiamme Gialle, sotto la direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari, la Polizia Tributaria e la Tenenza di Sarroch, hanno portato a termine una complessa e articolata attività di polizia economico-finanziaria nei confronti della società “Atlantis”, beneficiaria, nel tempo, di ingenti finanziamenti nell’ambito della ricerca scientifica nel settore informatico, rivenienti dal Fondo europeo di Sviluppo regionale (Fesr) e dal Fondo di Sviluppo europeo (Fse).
Le indagini hanno riguardato in particolare i 25 milioni di euro di contributi pubblici percepiti dalla “Atlantis” per la realizzazione di 6 progetti relativi alla realizzazione di software e un corso di formazione finalizzato all’assunzione di personale nella stessa società. Tra i suoi progetti, la società proponeva soluzioni tecnologiche altamente innovative, tali da garantire l’informatizzazione di alcuni settori della Pubblica Amministrazione.
Le perquisizioni delle Fiamme Gialle hanno riguardato i personal computer e i relativi server aziendali della sede principale e delle società collegate, la documentazione concernente la richiesta e l’erogazione delle sovvenzioni pubbliche. Inoltre, i Finanzieri hanno interrogato più di 100 dipendenti dell’Atlantis e delle società satelliti, che dai riscontri documentali risultavano aver prestato la loro opera nell’effettuazione di più progetti.
L’attività investigativa ha consentito di individuare «un articolato sistema di frode attraverso la rendicontazione alla Pubblica Amministrazione di documenti riportanti costi fittizi e dati artefatti relativamente al personale impiegato, alle ore di ricerca effettuate e ai tempi di realizzazione». Il complesso delle irregolarità riscontrate ha consentito di rilevare «la completa inattendibilità della documentazione presentata dalla Atlantis alla Pubblica Amministrazione e di far emergere maggiori costi non rendicontabili pari a oltre 7 milioni di euro». Di qui la denuncia alla Magistratura inquirente di 5 responsabili in concorso tra loro «per aver posto in essere una truffa aggravata finalizzata al conseguimento di erogazioni pubbliche e aver emesso e utilizzato fatture per operazioni inesistenti».
Ulteriori accertamenti, questa volta eseguiti sotto la direzione della Procura regionale presso la Corte dei Conti, hanno portato alla contestazione agli stessi soggetti di un danno erariale di 25 milioni di euro, pari all’importo dei contributi già incamerati dall’azienda. (carlo poddighe) (admaioramedia.it)