24 mag. – COMUNALI, Cagliari, Gianmario Muggiri lascia l'Msi

Gianmario Muggiri, candidato sindaco alle elezioni comunali di Cagliari per il Movimento sociale italiano – Destra nazionale, non ce l’ha fatta più.
Dopo una settimana di «profonda meditazione interiore e un briciolo di rimpianto», attraverso una lettera aperta agli elettori, ha espresso l’intenzione di rassegnare le sue «irrevocabili dimissioni da Candidato Sindaco e dal Coordinamento regionale giovanile del partito». Il giovane finanziere, che al primo turno aveva raccolto lo 0,28% delle preferenze, non ha digerito la scelta dei vertici nazionali dell’Msi di appoggiare Massimo Zedda di Sel al ballottaggio di domenica e lunedì prossimi contro il candidato del centrodestra, Massimo Fantola.
«Voglio far sapere che nessuno dei tre poli mi ha contattato e che tutto è avvenuto come sempre accade per i Sardi, oltre Tirreno». Muggiri non ha accettato di essere stato «bypassato» da quella che definisce «un’avvilente imposizione dall’alto». Il responsabile principale di questa curiosa strategia di apparentamento tra opposti lo individua in Gaetano Saya, presidente nazionale dell'Msi. Saya all’indomani del voto aveva immediatamente offerto a Zedda i voti missini. «I vertici nazionali del Movimento odiano Berlusconi e tutto il Pdl – spiega al telefono Muggiri – per questo hanno scelto di apparentarsi col centrosinistra». Un odio viscerale che, secondo il finanziere, non sottende nessuna strategia di danneggiare indirettamente Zedda, creandogli degli imbarazzi di fronte al suo elettorato.
Come tutte le dimissioni pure queste sono irrevocabili, ma al 99%. Anche se la decisione sembra presa. «Cambiamo strada per dirigerci verso nuovi orizzonti che possano illuminare meglio la nuova realtà - spiega con linguaggio immaginifico - ed assieme a me sono pronti a lasciare l'Msi, il coordinatore provinciale Francesco Lecca, oltre ai candidati consgliere: Carlo Cocco, Alessandro Marchetti, Davide Manunza e Adriana Arrais».
L’ultimo appello di Gianmario Muggiri è però per i suoi ormai ex elettori. «A loro – dice – mi sento di precisare che non ho mai avuto ideali vicini a Zedda e chiedo di non fare come i finiani, ma di usare la propria coscienza e votare chi si avvicina di più alle nostre idee». (carlo poddighe) (admaioramedia.it)