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 CAGLIARI, Quel 16 giugno 1990 con gli hooligan in Città per Inghilterra-Olanda

21 feb. – I gravi incidenti causati a Roma dai tifosi olandesi del Feyenoord hanno risvegliato alcuni ricordi. Alcuni cagliaritani sono tornati al 16 giugno 1990, quando in Città si disputò Inghilterra-Olanda per i Mondiali di 'Italia 90' e si verificarono incidenti che videro protagonisti i temutissimi hooligan inglesi.
"Qualcuno ricorda cosa accadde in piazza Matteotti all'arrivo di un gruppo di hooligan inglesi?", ha chiesto sul suo profilo facebook Edoardo Usai, ex vicesindaco di Cagliari ed in quegli anni consigliere comunale.
La sua richiesta non è caduta nel vuoto e le rievocazioni non sono mancate: "Era l'anno della maturità e ogni partita dell'Italia la guardavo coi compagni di classe - ha ricordato Ettore - Poi andavamo in giro in 14 sulla mia mitica Fiat Campagnola aperta a fare casino quando vinceva. In via Roma, ad un certo punto, quattro inglesi ubriachi ci lanciarono bottiglie addosso. Fu la loro fine... e dopo di noi si sono presi pure manganellate dai poliziotti."
In verità, "la vera 'sussa' la presero nella parte finale di via della Pineta, davanti al sagrato di San Pio X - ha precisato Paolo - Una volta superato l'incrocio con via Venezia, un centinaio di carabinieri li caricò da dietro, mentre altri cento salirono dall'Amsicora. Chi riuscì a fuggire in mezzo ai palazzi arrivò in viale Diaz, dove li aspettava un altro 'comitato di benvenuto'. Comunque, uno dei loro leader ne uscì indenne. Appena scoppiò il casino prese per mano la fidanzata, che era incinta e fu scambiato per un semplice tifoso, allontanandosi indisturbato dagli scontri."
Sono passati quasi 25 anni ed i protagonisti sono cresciuti: "Ci ripensavo da poco, che vergogna - ha confessato Dario - Io personalmente ne ho buttati giù un paio. Giravamo sui vesponi armati di patate da un chilo. Ero presente pure in piazza Matteotti ed in via della Pineta. Gli inglesi erano frustrati e stravolti. Arrivavano da tutta la Sardegna per 'zaccare' gli inglesi, la stampa aveva acceso troppo gli animi."
Un devoto pensiero anche per il sostegno dai piani alti ("Mitica la signora che tirò loro un vaso da una terrazza di via Bottego", ha evocato Ennio) e dalle etnie radicate in Città: "Ricordo il barista di piazza Yenne, uno di Desulo, ne scoprì tre che armeggiavano con la macchinetta dei gelati e li pestò tutti e tre a calci", ha raccontato Mauro.
Preziosa la testimonianza di Mario Lastretti, responsabile dei fotografi della manifestazione: "Arrivarono in treno da Olbia. Gli incidenti scoppiarono come comparvero le telecamere inglesi, intervennero i celerini e lo scontro non fu molto lungo. Purtroppo, molti cagliaritani come vedevano inglesi per strada li picchiavano senza ragione. Mentre gli inglesi 'zaccavano' solo quando comparivano le telecamere inglesi, strano ma era così. Gli incidenti grossi ci furono in attesa di Inghilterra-Olanda, in viale Diaz ed in via della Pineta.
Ma i ricordi non sono circoscritti solo alla zona dello stadio Sant'Elia: "Li avevamo chiusi dentro la Marina e poi giù botte da orbi - ha ricordato Giovanni - In quei giorni venire a Cagliari per certa gente era pericolosissimo e gli hooligan lo capirono subito a loro spese, poi andarono a Bologna ed ebbero vita facile." A chiosare i racconti Alberto: "La Sardegna è stata la Waterloo degli hooligan".
A dare una spiegazione tecnica, invece, l’ex prefetto Antonio Pitea: "Quando si parla di ordine pubblico, occorre intanto valutare le motivazioni che lo influenzano con differenziazioni sociali rilevanti: una cosa sono le rivendicazioni occupazionali, altro é la competizione agonistica. Per quanto riguarda 'Italia 90', molti non sanno che all'epoca gli interventi e il decisionismo tecnico erano agevolati da un interesse primario: non si poteva consentire alcuna violenza specie da parte degli hooligan per favorire il rientro delle squadre Inglesi nelle competizioni agonistiche. Per intenderci: l'ordine pubblico si può sempre tutelare, dipende solo dalla volontà politica e dagli obiettivi istituzionali da tutelare", che suona come una condanna senza attenuanti per il Ministro degli Interni ed il Questore di Roma.
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