30 giu. - SASSARI, Ex latitante di Guasila oggi sarà estradato dalla Russia

Sarà estradato in Italia dove giungerà questa sera a Roma, con volo internazionale proveniente da Mosca, l’ex latitante Mauro Ortu destinatario di un provvedimento di cattura internazionale. Su di lui pendeva un ordine di esecuzione per la carcerazione ad una pena detentiva di 18 anni e 6 mesi di reclusione, per reati relativi al traffico internazionale di stupefacenti
Il 41enne di Guasila, scortato da personale dell’Interpol, dopo la notifica del provvedimento di cattura, sarà condotto nel carcere di Rebibbia a Roma.
Alla sua cattura hanno lavorato alacremente, nel corso del 2010, le Sezioni Criminalità Organizzata delle Squadre Mobili di Cagliari e Sassari e la Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato di Alghero.
Mauro Ortu, latitante dal 2004, è considerato dalla Polizia «soggetto di assoluto spessore criminale evidenziatosi in numerose indagini del passato relative all’importazione in Sardegna di ingenti quantitativi di stupefacente (eroina, cocaina e hashish) e in grado di intrattenere rapporti illeciti direttamente con le organizzazioni criminali della penisola (in particolare la ‘ndrangheta) e con consorterie criminali radicate in altre nazioni europee, in Medio Oriente e nel Sud America».
La condanna a 18 anni di reclusione fu inflitta dalla Corte d’Appello del Tribunale di Sassari, confermata dalla Corte di Cassazione, in quanto l’ex latitante era individuato come il destinatario di 3 Kg di cocaina purissima sequestrata il 14 settembre 2001 da agenti del Commissariato di Alghero – nell’ambito dell’operazione denominata “Camoscio 2” – a Costadura Antonio e Lo Giudice Priolo Patrizia. Questi due arrestati e giudicati separatamente, sono due cittadini di nazionalità belga che erano arrivati il 13 settembre 2001 in Sardegna a bordo della nave Tirrenia sulla tratta Genova – Porto Torres. Lo stupefacente fu scovato nascosto all’interno di un’autovettura Skoda Octavia, noleggiata in Belgio, con la quale la coppia belga aveva raggiunto Genova per poi imbarcarsi per la Sardegna. Per tale fatto fu tratto in arresto, oltre ai predetti corrieri, anche un altro cittadino di Guasila, complice di Mauro Ortu nell’importazione di tale quantitativo di stupefacente.
All’epoca l’attività investigativa della polizia giudiziaria aveva consentito di appurare che il destinatario finale dello stupefacente sequestrato era proprio Mauro Ortu che, per tale fatto, fu condannato appunto a 18 anni di reclusione, pena divenuta definitiva nel 2004 con valenza in ambito internazionale.
Dopo complesse e articolate indagini – coordinate dal Sostituto Procuratore Michele Incani della Procura della Repubblica del Tribunale di Sassari – fondate soprattutto sull’analisi di tabulati di traffico telefonico riferiti ad un periodo piuttosto prolungato e a un’intensa attività investigativa supportata da intercettazioni telefoniche e telematiche, era stato accertato, dapprima, che Mauro Ortu aveva trovato riparo in una imprecisata località della Federazione russa e, successivamente, era stata individuata l’esatta abitazione utilizzata dal latitante.
Il 41enne era stato individuato nella città di Yaroslavl dove conviveva con la fidanzata russa e dalla quale aveva avuto, nel novembre 2009, una figlia. Sulla base di tale importante risultato investigativo è nata una stretta sinergia tra gli inquirenti della Polizia italiana e russa, con il coordinamento dell’Interpol in contatto con l’ufficiale italiano di collegamento a Mosca e il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato.
Dopo aver inviato alle autorità russe un copioso dossier interamente tradotto in lingua madre, per il tramite della Procura Generale della Corte di Appello di Sassari, alle ore 19.50 di sabato 23 ottobre 2010, avuto ulteriore riscontro che Mauro Ortu si trovava effettivamente all’interno dell’abitazione, forze speciali della polizia di Yaroslavl facevano irruzione all’interno dell’appartamento e arrestavano il latitante che veniva trovato in possesso anche di una patente e di una carta d’identità a lui intestate.
Durante le fasi dell’arresto, Ortu non opponeva resistenza, data anche la presenza della figlia ancora piccolina, e veniva quindi rinchiuso in una struttura carceraria della Federazione russa in attesa della definizione delle pratiche autorizzative all’estradizione verso il territorio italiano, concretizzatasi per l’appunto nella serata di ieri. (andrea bazzoni) (admaioramedia.it)
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