20 giu. – PESTE SUINA AFRICANA, Focolaio a Bono

Un focolaio di peste suina africana è stato registrato nel comune di Bono. La presenza è stata confermata dal Servizio veterinario dell’Asl di Sassari lo scorso 16 giugno. L’azienda, a conduzione familiare, interessata dal focolaio è situata in località “Sos Murigheddos”, a valle del paese, in un’area dove sono presenti principalmente terreni destinati alla olivicoltura e viticoltura. Al suo interno sono allevati oltre a suini anche bovini e ovini. Gli allevatori, al manifestarsi dei primi sintomi, hanno avvisato il servizio veterinario di Sanità animale della Asl. I professionisti del Servizio diretto da Franco Sgarangella sono intervenuti immediatamente e hanno effettuato i campionamenti necessari a confermare la malattia che, da subito, ha mostrato la sua gravità con alta mortalità negli animali presenti. Sono infatti 10 i suini morti. Le analisi effettuate dall’Istituto Zooprofilattico della Sardegna hanno avvalorato il sospetto dei veterinari Asl. Il direttore del servizio veterinario di Sanità animale ha riunito l’Unità di crisi locale, alla quale hanno partecipato gli specialisti dei tre servizi veterinari. Sono state attivate tutte le procedure previste in questi casi dalle normative Cee, nazionali e regionali e dai manuali operativi necessarie per estinguere prontamente il focolaio e definire le zone e gli allevamenti da sottoporre a vincolo sanitario e ai conseguenti controlli sanitari. Tutti i capi presenti nel focolaio, 28 suini, sono stati già abbattuti e ieri è stata effettuata la pulizia e disinfezione dell’allevamento con l’intervento della task force della Asl. E’ stata delimitata l’area da sottoporre a controllo, la cosiddetta “zona di protezione”, all’interno di un raggio di 3 Km dove sono presenti circa 50 aziende suinicole del comune di Bono e Anela. L’area, a sua volta, è contenuta in una più ampia “zona di sorveglianza” che arriva fino a 10 Km nella quale sono presenti circa 200 aziende suinicole e comprende, oltre al resto del territorio di Bono e Anela, anche i comuni di Bultei, Benetutti Bottida, Burgos, Esporlatu, Illorai. Anche il comune di Orotelli, che fa capo alla Asl di Nuoro, è parzialmente interessato. All’interno delle zone di vincolo è vietata la movimentazione degli animali e da parte del servizio veterinario verranno effettuate visite cliniche ed eventuali campioni di sangue per escludere la diffusione della malattia. Tutti gli allevatori interessati sono stati allertati immediatamente attraverso il “sistema SMS Alert” di cui è dotato il servizio veterinario della Asl di Sassari. Il sistema consente, attraverso l’invio di un messaggio telefonico in tempo reale agli allevatori interessati, il blocco della movimentazione degli animali, riducendo il rischio di diffusione della malattia. Si tratta di migliaia di suini che, fino alla conclusione delle visite cliniche e prelievi ematici da parte dei veterinari della Asl, non potranno essere movimentati né vivi né per la macellazione.
«Un lavoro enorme attende i sanitari – assicura il direttore del servizio di Sanità animale Franco Sgarangella – ma che sarà affrontato come sempre con il massimo impegno, professionalità e tempestività. Facciamo affidamento naturalmente sulla collaborazione degli allevatori e degli amministratori locali del Goceano che in questi anni hanno sempre risposto in maniera esemplare. Anche la direzione della Asl di Sassari sta seguendo da vicino la vicenda garantendo il massimo sostegno all’azione del servizio veterinario». «L’emergenza è arrivata davvero inaspettata in quanto i controlli del selvatico durante la stagione venatoria 2009-2010, con oltre 450 cinghiali cacciati e risultati tutti negativi, ha dato evidenza di come il virus non fosse presente in quel territorio. Inoltre – conclude Sgarangella – nel corso del 2010 i controlli sui suini domestici sono stati oltre 5000 in circa 450 aziende e tutti hanno dato esito negativo». Si tratta di un virus presente in alcune aree della Sardegna da oltre 30 anni che, di tanto in tanto, effettua “incursioni” anche in altri territori, attraverso il movimento delle persone, dei veicoli o la movimentazione irregolare di suini. Non c’è alcun rischio per il consumatore in quanto si tratta di un virus non trasmissibile all’uomo. (stefano cariello) (admaioramedia.it)
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